In tutta franchezza devo dire che quando sul finire del febbario di quest'anno il caporedattore del mio giornale mi mandò un sms per chiedermi di buttar giù un migliaio di battute per un Facce Nuove sugli MGMT, pensai che avesse sbagliato numero di telefono.
Nel messaggio mi scriveva con sicurezza che la faccenda era "assolutamente roba mia".
Invece io fino a quel momento 'sti MGMT non li avevo nemmeno sentiti nominare.
E sinceramente mi pareva strano che qualcuno conoscesse un gruppo adatto a me, meritevole di finire su un Facce Nuove senza che io avessi la minima idea di chi fossero e di che musica facessero.
Di solito è il contrario.
Sono io che propongo nuovi gruppi sconosciuti mettendo in imbarazzo la redazione.
Insomma, per farla breve, faccio una passeggiata in rete e mi accorgo che questi tizi avevano già pubblicato un paio di singoli e un album.
E io non sapevo neanche che esistessero.
Roba da matti.
Leggendo qualche nota biografica ho subito pensato che si trattasse di un pacco.
Ragazzini di Brooklyn.
Un nuovo caso Tiny Masters of Today.
Ho scaricato il disco.
La mattina dopo l'ho ascoltato in macchina.
Quella sera stessa ho fatto partire un ordine in rete.
CD Universe.
Dopo un paio di settimane ho cominciato a passare Kids al Covo.
Quest'estate Kids è stata la canzone più richiesta e più ballata all'Hana Bi.
Questa stagione Kids è la canzone più ballata e più richiesta al Covo.
I disco degli MGMT, grazie al bizzarro e iper democratico meccanismo con cui viene stilata la clssifica di fine anno del mio giornale, si è aggiudicato la prestigiosissima palma di disco dell'anno.
E il disco degli MGMT si trova negli scaffali del supermercato sotto casa.
Qui sotto quello che scrissi di loro in un momento in cui le righe qui sopra sarebbero apparse pagine di un libro di fantascienza:
"Un caso di quelli che davvero non si capisce fino a che punto ci facciano o al contrario ci siano proprio: coppia di studenti Brooklynesi, Andrew e Ben, il cui background potrebbe alloggiare tra le pagine di un tomo situazionista come nel mezzo dei 16 giga di un ipod imballato da canzoni di ogni epoca.
Nel loro esordio, Oracular Spectacular, i due pare peschino a caso nell’immaginario post adolescenziale degli ultimi trenta e passa anni cavandone fuori, incredibilmente, una cosa che alla fine non somiglia a nulla.
Classic rock, pop da fm, new wave, disco. Dai Royal Trux ai Bee Gees passando per i Queen.
Pare impossibile eppure piace, eccome.
Ad ingarbugliare vieppiù la faccenda un occhio a You Tube.
Il video di Time to Pretend è un episodio di Lost girato con un budget ridicolmente basso, mentre il trailer dell’altro singolo – l’irresistibile Kids – vede i due giovanotti truccati come fossero i nipotini dei Kiss.
I due assi di cui sopra sono calati in un disco imbottito dalla produzione di un ispiratissimo David Fridmann (loro pare avrebbero preferito Prince, ma tant’è…) che esagera alla sua maniera, facendo brillare tastiere che par di essere al principio dei Settanta e pompando tamburi come se la brigata si trovasse nel mezzo di una marcia nuziale".
giovedì 25 dicembre 2008
A Year in Ten Steps (#5)
MGMT: "Oracular Spectacular" (Sony)
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