Semmai trovassi la pazienza di stilare una graduatoria dei miei gruppi preferiti di sempre, loro occuperebbero irrazionalmente ma senza alcun dubbio, una delle prime cinque posizioni.
I Comet Gain sono per etica, estetica, stile e canzoni, esattamente il tipo di band che a me piace.
Punk, mod, soul and damaged rock and roll.
Proprio come il sottotitolo di questo blog, che non a caso è scippato ad una delle tante frasi che si possono leggere tra le righe delle note di copertina dei loro dischi (nello specifico City Fallen Leaves).
Quelle citazioni, quei pensieri, quei piccoli e a volte fieramente ingenui proclami pescano in un immaginario, quello di David Christian Feck, identico al mio.
Non simile, non affine.
Identico
All'interno di Broken Record Prayers, a collection of A & B sides, new songs, session tracks and stray dogs recorded 1998-2008 (Milou Studios) come al solito ce ne sono diverse di citazioni.
Dagli Action agli Who, dai Jam ai Prefab Sprout a Mark Eitzel.
Una delle frasi che più mi sono piaciute è quella attribuita a Lou Reed, che recita più o meno così: "La gente dovrebbe morire per la musica, si muore per tante altre ragioni e allora perché non morire per la musica? Morire per questa causa sarebbe carino, e non gradireste morire per una causa piacevole?"
Ma tra tutti i rimandi presenti il mio preferito è come sempre quello vergato dallo stesso Feck: "We started as a joke and idea, we played broken songs on broken amps and cardboard drums and it never got much more professional. We believe in obsolete things and passionate hearts and still do and made these records from our hearts to yours for whatever it was and still is and could be."
E poco oltre: "We jumped on stage though we couldn't play, furthermore we had nothing to say."
Che mi ricorda quel famoso capodanno in cui con la coscienza offuscata dall’imprecisabile quantità di Gordon’s Dry e Schweppes che scorreva in corpo, scalai i gradini del palco del Covo per accompagnare David Feck in una improbabile versione di You Can Hide Your Love Forever.
Uno di quei momenti della vita che ti pongono a metà strada tra il farti sentire sublimemente ridicolo e al tempo stesso incredibilmente vicino al raggiungimento di un sogno.
Di quel concerto conservo la set list scarabocchiata su carta igienica un attimo prima dell'inizio del concerto e un paio di foto recuperate in realtà molto tempo dopo.
Nel nuovo album dei Comet Gain ci sono 20 canzoni distribuite in 74 minuti.
Dovrebbe essere un acquisto obbligato non fosse altro per il fatto che contiene la prima versione in cd di You Can Hide Your Love Forever, sinora pubblicata solo in vinile su un sette pollici (Fortuna Pop).
Per il resto ci sono singoli usciti per etichette come Kill Rock Stars, PIAO! e What's Yor Rupture?, sessioni radiofoniche registrate per John Peel, l'ultimo quarantacinque giri appena pubblicato dalla Twee as Fuck e una cover di Beatnik dei Clean (ancora!!!), che poi era la b-side di You Can Hide.
Quelle venti canzoni così in fila sono bellissime.
Tutte.
Un colpo al cuore.
Ancora una volta.
Dagli Action agli Who, dai Jam ai Prefab Sprout a Mark Eitzel.
Una delle frasi che più mi sono piaciute è quella attribuita a Lou Reed, che recita più o meno così: "La gente dovrebbe morire per la musica, si muore per tante altre ragioni e allora perché non morire per la musica? Morire per questa causa sarebbe carino, e non gradireste morire per una causa piacevole?"
Ma tra tutti i rimandi presenti il mio preferito è come sempre quello vergato dallo stesso Feck: "We started as a joke and idea, we played broken songs on broken amps and cardboard drums and it never got much more professional. We believe in obsolete things and passionate hearts and still do and made these records from our hearts to yours for whatever it was and still is and could be."
E poco oltre: "We jumped on stage though we couldn't play, furthermore we had nothing to say."
Che mi ricorda quel famoso capodanno in cui con la coscienza offuscata dall’imprecisabile quantità di Gordon’s Dry e Schweppes che scorreva in corpo, scalai i gradini del palco del Covo per accompagnare David Feck in una improbabile versione di You Can Hide Your Love Forever.
Uno di quei momenti della vita che ti pongono a metà strada tra il farti sentire sublimemente ridicolo e al tempo stesso incredibilmente vicino al raggiungimento di un sogno.
Di quel concerto conservo la set list scarabocchiata su carta igienica un attimo prima dell'inizio del concerto e un paio di foto recuperate in realtà molto tempo dopo.
Nel nuovo album dei Comet Gain ci sono 20 canzoni distribuite in 74 minuti.
Dovrebbe essere un acquisto obbligato non fosse altro per il fatto che contiene la prima versione in cd di You Can Hide Your Love Forever, sinora pubblicata solo in vinile su un sette pollici (Fortuna Pop).
Per il resto ci sono singoli usciti per etichette come Kill Rock Stars, PIAO! e What's Yor Rupture?, sessioni radiofoniche registrate per John Peel, l'ultimo quarantacinque giri appena pubblicato dalla Twee as Fuck e una cover di Beatnik dei Clean (ancora!!!), che poi era la b-side di You Can Hide.
Quelle venti canzoni così in fila sono bellissime.
Tutte.
Un colpo al cuore.
Ancora una volta.
1 commento:
oh se me lo ricordo, quel capodanno :)
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