mercoledì 27 settembre 2006

Sad Lovers (and the Giant)

L’ultima puntata della quarta stagione di Sex and the City è quella in cui Big decide di abbandonare la città di New York per traslocare in un paese della California dove occuperà il suo tempo coltivando vigne.
Il paese dell’ovest mi pare si chiamasse Napa, mentre la puntata portava il titolo di I Heart New York.
Carrie naturalmente non arriva in tempo per l’ultimo saluto, e quando varca la soglia del lussuoso appartamento piazzato all’angolo tra l'Ottantunesima e Park Avenue, trova solo stanze vuote e mura bianche.
Unico oggetto presente nella casa è un disco in vinile appoggiato a terra.
Un album di Henry Mancini che i due avevano ascoltato e ballato la sera precedente.
Finchè la puntina non si era incagliata tra i solchi di plastica nera.

Pur essendo consapevole del fatto che nessuno possa ipotecare il futuro, proprio o altrui che sia, sono anche certo che non mi capiterà più di lasciare una donna.
Non a questo punto della mia vita.
Che poi a pensarci bene non è mai successo che sia stato io ad andarmene.
E’ sempre accaduto il contrario, anche se si potrebbe a ragione affermare che tutte le volte la storia è finita fondamentalmente per un comune accordo.
Del resto non sono un tipo litigioso.
E nemmeno particolarmente tenace.

Ma non è di questo che volevo parlare, ché l’argomento sarebbe troppo complesso da affrontare ora.
Mi piacerebbe solo pensare che semmai mi capitasse di abbandonare una donna, il vinile che lascerei appoggiato a terra oggi, ultimo regalo e simbolico addio, sarebbe una copia di The Opera Circuit, il nuovo lp di Micah P. Hinson.
Un disco che sa essere struggente ma anche allegro, fatto di canzoni capaci di rallentare ripiegandosi su se stesse. Ma anche di canzoni che aprono squarci in cielo e fanno venire voglia di ballare con una ragazza, facendola girare in tondo, accompagnandola per mano.

Mi piace Micah P., perché tra i mille cantautori che hanno appesantito il mio scaffale di dischi negli ultimi anni lui è il meno folk, e il più rock. Con quella faccia che sembra appartenere a un figlio illegittimo e un po’ tonto di Johnny Thunders, piuttosto che assomigliare al nipote di una vecchia coppia di hippies fricchettoni.


Insomma, per dirla fuor di metafora, a casa mia tra lui e Devendra non c’è mai stata storia.
Né mai ci sarà.

Micah P. Hinson suonerà al Bronson di Ravenna il 10 Ottobre.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

diggin a grave in the moonlight, isn't it patrick?

dust ha detto...

ovviamente ci si vedrà il 10 ottobre. il nuovo disco di hinson l'ho sentito ieri ed è davvero bello. un saluto e a presto

patrick bateman ha detto...

mr. crown: come contraddirti, tu hai sempre ragione.
dust: certo, il 10. il disco di hinson per me al momento è tra i top 10 dell'anno. poi si sa che cambio idea ogni 5 minuti...

Anonimo ha detto...

Micah visto a primavera dell'anno scorso mi parve sperduto e talentuoso allo stesso tempo, poco pubblico ma un gran bel set! il ragazzo mi pare cresciuto sotto tutti i punti di vista anche se quella faccia se la porterà addosso per lungo tempo ancora, ma in compenso noi avremo un piccolo figlio putativo che allieterà i nostri anni a venire! Del resto anche Zimmerman al debutto non sembrava avesse esattamente le phisic du role, senza voler fare paragoni, certo!

len ha detto...

quest'album secondo me è anche più bello del primo.. e ce ne vuole...
non riesco a fermarmi dall'ascoltare in continuazione "jackeyed"...
e guardando micah mi chiedo come possa da quel ragazzetto(ma ora avrà pure almeno 22 anni!)uscire una voce simile...sarà uno spettacolo vederlo dal vivo..finalmente!
ciao arturo! a presto*

Anonimo ha detto...

len, abbiamo già constatato la nostra coincidenza di gusti mi pare.
quella canzone è anche la mia preferita, è talmente bella che è pure troppo.
see ya soon.

_ ha detto...

si dice 24/25 anni ora... non potrà non invecchiare cazzo. comunque martedì controllo il passaporto.