domenica 1 ottobre 2006

Basketball Diaries

Le domeniche pomeriggio di tanti anni fa le trascorrevo di solito in due luoghi.
A volte alternativamente, altre volte in sequenza lo stesso pomeriggio, correndo da via Andrea Costa a piazza Azzarita per non rischiare di perdere minuti preziosi.
Su via Andrea Costa si apriva, e tuttora si apre, l'ingresso dell'omonima curva di quello stadio che all'epoca si chiamava Comunale e che si sarebbe poi trasformato in Dall'Ara per rendere giusto tributo al miglior presidente il Bologna FC 1909 abbia mai avuto alla sua guida.
Di fronte a piazza Azzarita si arrampicavano invece i gradoni che conducevano, e tuttora conducono, all’interno del Palazzo dello Sport.
Che oggi per infausti motivi commerciali si chiama Land Rover Arena.

Quei pochi scalini li salivo solamente quando a scendere sul parquet rettangolare erano le canottiere bianche e blu della Fortitudo Basket.
Mi sedevo in gradinata, su quelle panche formate da lunghi listelli di legno scuro sistemandomi di solito appena defilato in alto, sopra la Fossa dei Leoni.
Uno di quei pomeriggi, spesi come al solito tra imprecazioni contro gli arbitri, maledizioni verso un destino sempre avverso e insulti agli avversari, mi capitò di ascoltare un commento di un paio di ragazzi seduti al mio fianco.

E' curioso come certi episodi, assolutamente marginali e insignificanti, rimangano poi nel tempo solidamente artigliati alla memoria, e come a volte quegli stessi episodi finiscano per assumere un particolare significato. Fino a poter essere considerati a posteriori come premonitori ed indicativi di un futuro all'epoca ovviamente sconosciuto.
A farla breve, i due ragazzi si riferivano a un tipo seduto davanti a noi. Lui avrà avuto una trentina d'anni, noi allora probabilmente non eravamo neppure maggiorenni. I due tipi se ne uscirono con una frase tipo: "che sfigato quello, noi alla sua età avremo altro da fare che venire a una partita di basket, come minimo saremo al cinema con una fidanzata."

Anche se le canottiere della Fortitudo occupano ancora stabilmente un angolo del mio cuore, io effettivamente al Palazzo dello Sport non vado più (d’accordo l'anno scorso sono andato a vedere i White Stripes e i Franz Ferdinand, ma quella è un altra storia).
Però ricordo perfettamente quell'episodio e ricordo anche come all'epoca pensai immediatamente che gli sfigati fossero i due tipi e non il solitario thirtysomething.
Perché ritenevo, in tutta la mia ingenuità di minorenne, che le cose si sarebbero potute fare ugualmente anche da grandi.
Urlare in mezzo alla Fossa quando la palla arancione straccia la rete di un canestro, fare un bagno in Adriatico a mezzanotte, pigiarsi nelle prime file di un concerto tra ragazzini isterici per ascoltare musica suonata da giovanotti brufolosi. Far ballare quegli stessi ragazzini spostando cursori di un mixer dentro a locali insensatamente fumosi, bevendo drink irragionevolmente alcolici miscelati dentro bicchieri di plastica trasparente.
Saltare sul palco impegnato dai Comet Gain l’ultimo giorno dell’anno e gridare aggrappato al microfono.
You Can Hide Your Love Forever.

In realtà dentro di me ero quasi certo che alla fine, in un punto della mia vita che per quanto imprecisato sarebbe stato certo precedente rispetto al punto in cui oggi sono arrivato, qualcosa sarebbe cambiato.
Improvvisamente e senza apparenti motivi.
Irrimediabilmente e per sempre.
Era successo a tutti quelli che mi hanno preceduto, sarebbe successo anche a me.
E invece non è successo nulla.
Sono ancora qui, e ho anche smesso di minacciare di andarmene.
Anche se in certi giorni, e soprattutto in certe notti, ho il fondato sospetto che qualche ragazzotto si faccia due risate alle mie spalle.

Il che secondo me ha qualcosa a che vedere col fatto che a un certo punto si finisca con il convincersi che è necessario trattare con sufficienza un gruppo come le Pipettes, mentre è molto più appropriato farsi piacere gente come i Midlake.
E considerare Johnny Cash, che fino a ieri l’altro avremmo scambiato per un vecchio babbione, come il nume tutelare della intera nostra generazione.
Naturalmente si fa per dire.
Johnny Cash mi piaceva assai, le Pipettes sono semplicemente carine e i Midlake... beh sì, i Midlake sono proprio una palla.
E ovviamente il bagno in Adriatico a mezzanotte non l'ho mai fatto.

The Pipettes suoneranno al Vidia di Cesena il 20 di Ottobre.
I Midlake suoneranno al Covo di Bologna il 21 di Ottobre.
Johnny Cash è morto a Nashville il 12 Settembre del 2003.

1 commento:

JunkiePop ha detto...

quoterei anche i ricordi palazzetti e musica..
però tifo virtus
sta soddisfazione non te la do