"Le Rough Bunnies, sono una coppia di incantevoli cuginette svedesi, capaci di inventarsi love song anomale e deliziose, sagomate su carta da pacchi con mozziconi di rossetto. Come le due che piazzano sul loro lato di Love is not for me (Myhoney), ep condiviso con i bresciani Le Man Avec les Lunettes, dal canto loro raffinati interpreti di un pop semi acustico e molto psichedelico.
Stesso formato discografico è scelto dai Sambassadeur che nel loro nuovo ep Coastal Affairs (Labrador) mettono una dietro l’altra tre canzoni di quelle che sbrogliano i nodi del cuore, chiudendo il conto con una cover dei Bats, che solo l’idea di suonarla vale loro l’ambito trofeo remake del mese.
Dalle stesse latitudini scandinave un paio di alternative le forniscono I’m from Barcelona ed Hemstad.
Il debutto dei primi, Let Me Introduce My Friends (Dolores), è una dimostrazione di come un disco potrebbe essere allo stesso tempo gradito ad un network radiofonico e programmato dai dj del più snob rock club bolognese, mentre Den Som Laser Dette Ar Snygg (Catbird), esordio dei secondi, è un funambolico esempio di dove sarebbe andato a parare il post rock se fosse finito nelle mani di un gruppo punk ubriaco di melodie twee.
Un modo di agire sugli strumenti il cui copyright è stato registrato anni fa dai Boyracer, inglesi traslocati in Arizona che in A Punch Up the Bracket (555) protocollano l’ennesima serie di canzoncine, 21 in 45 minuti, fulminanti e fulminate, sul punto di deragliare ad ogni curva. Se poi nella vostra collezione di dischi è presente anche una sola delle citazioni che l’onnisciente Blatto ha utilizzato su queste pagine lo scorso numero a riassunto della breve epopea shoegaze, allora l’unico titolo necessario di questi tempi è Citrus (Friendly Fire), secondo passo di Asobi Seksu, capaci di accostare i vocalizzi dei Lush e le chitarre dei Ride innescate a velocità doppia, per traslocare in fretta nella moderna New York".
Delle Rough Bunnies e dei Sambassadeur non ho notizie da un pò, i Le Man Avec Les Lunettes hanno pubblicato il loro primo album su Myhoney e a me non è affatto dispiaciuto.
Gli Hemstad per quel che ne so non esistono più, però spaccavano davvero e per quanto sono durati li ho preferiti ad un sacco di noioso post rock americano caratterizzato da tratti culturali mooooolto più marcati.
Gli I'm from Barcelona ormai li conosce anche il mio fornaio (si fa per dire, ovvio) e hanno pubblicato un secondo disco invero piuttosto scarsetto, ma dal vivo fanno ancora la loro porca figura.
Soprattutto quando gli capita di suonare sulla riviera nord romagnola in mezzo all'estate.
Il nuovo di Asobi Seksu è appena uscito e di loro continuerei a scrivere le stesse due righe che avevo utilizzato per descrivere il disco uscito all'epoca.
E i Boyracer, beh i Boyracer continuano a fare quello che hanno sempre fatto e che gli riesce benissimo fare: indiepoptweepunk a manetta.
domenica 29 marzo 2009
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1 commento:
Concordo su (quasi) tutto... Le due Rough Bunnies abitano a chilometri di distanza l'una dall'altra e non suonano insieme da anni. Frida ha un'altro gruppo, le japanese ropes, più tirate rispetto alle "conigliette" (alla boyracer, per rimanere in tema con questo post...), dovrei avere qualche mp3 da qualche parte, e non erano niente male, anzi!..
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