martedì 23 dicembre 2008

A Year in Ten Steps (#7)

No Age: "Nouns" (Sub Pop)
"If they weren't the West Coast's 21st Century answer to Wire, I'd still buy this album for the album artwork alone".
Insound

Esiste un area grigia nell’underground americano di cui personalmente mi sono accorto soltanto nel corso dell’anno che si va chiudendo.
Magari c’è sempre stata ed ero io ad essere da qualche altra parte.
Magari no.
Può anche essere che il fenomeno sia emerso proprio in questi ultimi mesi.
Il denominatore comune è una certa propensione all’incontinenza creativa e una scarsa attenzione al rigore professionale.
Bassa fedeltà come se piovesse insomma e canzoni buttate fuori a getto continuo approfittando del supporto di qualunque formato disponibile: dall’mp3 piazzato gratuitamente in rete al cd vero e proprio, passando per vinili a sette e dodici pollici e cd-r.
Spesso i gruppi sono collegati tra loro da amicizia, collaborazioni artistiche, reti di locali (lo Smell di Los Angeles a rappresentarli tutti), ma le differenze stilistiche sono tali da rendere improponibile la definizione di scena, salvandoci così dall’ennesimo neologismo (ok, facciamo finta di non avere mai letto la parola shitgaze, che in ogni caso non sarebbe esattamente indicativa dello spettro di musicisti coinvolti).
In mezzo ci possiamo ficcare tutto e il suo contrario: le sofisticazioni degli ultimi Deerhunter e le urla della tipa dei Ponytail, gli incubi caleidoscopici dei Sic Alps e le filastrocche astruse degli Oh Sees, l'elmentare e quasi ingenuo riesame della new wave messo in piedi da Blank Dogs e il revival hard core anni ’90 dei Fucked Up.
E naturalmente la personale revisione shoegaze di Times New Viking e No Age.
I cui due ultimi dischi ammucchiano detriti per poi andare a scavare tra le macerie alla ricerca di spunti melodici.
Ride e My Bloody Valentine ma pure Sonic Youth e vecchio punk californiano.
Poi vagonate di Jesus and Mary Chain.
Che a conti fatti mi rendo conto essere la sigla che più ho utilizzato quest'anno per cercare di descrivere cosa stesse succedendo in giro.
Il che mi induce a pensare che in giro quest'anno non è che si siano poi viste e ascoltate delle gran novità.
Il che a volte, non è neanche male.
Anzi.

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