martedì 16 settembre 2008

The Weekend Starts Here

Ci sono posti che per qualche motivo a un certo punto arrivano a trascendere la loro natura di luoghi fisici e finiscono con l'assurgere a un ruolo superiore.
Un po’ per un loro fascino oggettivo, un po’ per quella inevitabile soggettività che caratterizza le singole situazioni personali.
Posti in cui sono nate cose.
Luoghi attraverso i quali ed in compagnia dei quali siamo cambiati.
La prima volta che andai al Baretto ad esempio, ero entrato da poco dentro la mia seconda vita, quello che a posteriori posso ora giudicare senza remore come il periodo migliore della mia esistenza.
Quel tardo pomeriggio ero in compagnia di Fabio e Flavia.
In realtà andammo da un altra parte.
Sbagliammo posto.
Sul serio.
Finimmo seduti sulle eleganti sedie di vimini di un bar più lussuoso e decisamente meno frequentato.
Vicino al molo, ma non sul molo.
La descrizione che ci era stata fornita era in effetti frammentaria e tale da consentirci qualche dubbio sulla effettiva ubicazione del luogo.
Fu una birra senza entusiasmo, meravigliati del fatto che un bar che ci era stato tanto magnificato fosse in effetti un luogo così anonimo.
La volta successiva capimmo l'errore e trovammo il vero Baretto, addentrandoci nel parcheggio del piccolo (allora) porto turistico e dribblando così il faro della capitaneria di porto.

In questi anni di costante frequentazione del Baretto non ci siamo mai sbronzati.
Forse perché l'utilizzo del posto da parte nostra è stato storicamente destinato a punto di passaggio.
La chiave di ingresso verso il fine settimana da spendere in spiaggia.
Il luogo dove consumare un semplice aperitivo, nulla più.
Unica funzione quella di consentirci un ingresso al mare depurato dalle scorie tossiche della settimana lavorativa, chiudendo la saracinesca su Bologna e le tristezze della quotidianità.
Una specie di chiamata alle armi, una conta di chi c’era e chi invece non ne aveva voglia.
Mi piace però pensare che in quel luogo fossimo noi ad auto limitarci per una sorta di rispetto del posto e quindi è per questo che l'esagerazione non ha mai trovato spazio lungo il bordo di quel molo.
Un piccolo rettangolo d’asfalto che aveva il fascino di una terra di confine, immaginaria quanto perfettamente ritagliata sulla forma delle nostre esigenze del momento.
Marina di Ravenna su una riva, Porto Corsini sull'altra.
Ma soprattutto noi da una parte e tutto il resto lontano.
Con il motto in quella frase che i Gang of Four martellavano nel finale di Return the Gift, decontestualizzata e svuotata: please send me evenings and weekends.

Domenica 14 settembre 2008 il Baretto ha chiuso i battenti, divorato dal progredire dei tempi e dal dilagare del capitalismo.
Naturalmente non è proprio così, però questo mi pare un motivo sufficientemente affascinante, tutto sommato vicino alla realtà e così al di là delle nostre modeste capacità di opposizione allo svolgersi degli eventi, da tacitare il dubbio su una possibilità reale di scongiurare l'evento.
Per il saluto sono passato sabato verso sera.
Un momento che si è rivelato assolutamente adeguato alla necessità.
Con la luce del giorno che scompariva rapidamente tra le nuvole nere e i lampi che illuminavano il cielo poco più in là, sopra la spiaggia di Marina Romea.
Poca gente, adagiata come al solito sulle sedie di plastica gialle regalate dalla Lipton e su quelle rosse marchiate Coca Cola.
La musica, sempre poco ingombrante in quel luogo, per una volta taceva completamente.
Solo un brusio di fondo provocato dagli avventori, lo strillo dei gabbiani e i fari bianchi che illuminando il piazzale conferivano all'insieme l’aspetto di un piccolo set cinematografico.
A me, probabilmente solo a me, la situazione è parsa un pelo surreale.
Ho alzato il bicchiere di vetro pieno di una miscela alcolica e rossiccia, e ho brindato a quel piccolo pezzo della mia vita che se ne stava andando.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

...sei il numero uno!

Grande art!

Alberto ferrari

chris ha detto...

te pensa che io non credo di esserci nemmeno mai andato. ci si vede domani per il gran finale

Ivana Monaco ha detto...

ti giuro...ho un nodo in gola...io e le mie amiche siamo distrutte e prima della chiusura siamo andate anche a parlarne col proprietario manifestandogli tutto il nostro supporto!!!abbiamo anche consegnato il ritaglio di giornale a una di noi che, momentaneamente, vive in brasile...amavo,amo e continuerò ad amare quel posto...per me è ancora lì....grazie per il tuo apporto scritto (anche molto bene, tra l'altro).