Non dubito che quest'estate siano usciti, e forse usciranno ancora, dischi più importanti e belli.
Ma a volte, soprattutto d'estate, capita che le cose indispensabili non coincidano esattamente con quelle importanti e belle.
Personalmente credo che per affrontare queste settimane di agosto sia necessario portare con sè solamente due dischi, che tra l'altro sono un ep ed un quarantacinque giri, roba breve e poco impegnativa dunque, roba diretta e senza tanti ragionamenti dietro, roba buona per ballare sotto la tettoia dell'Hana Bi e roba adatta per essere cantata squarciandosi la gola in macchina mentre si polverizza il divieto dei sessanta chilometri all'ora tra le demenziali chicane della tangenziale bolognese.
Del sette pollici di Wombats già ho accennato.
Testo semplicissimo con un paio di strofe da memorizzare istantaneamente.
Il refrain del titolo (If this is a rom-com/Kill the Director) e il finale insistito sul memorabile slogan da spiaggia: This is no Bridget Jones.
La versione in vinile supera quella in cd grazie alla presenza della stessa canzone sulla flipside nel remix dei CSS, che è uno di quei remix di cui si scriveva qualche settimana fa: piccoli colpi di cutter che tagliano il minimo indispensabile, un paio di ripetizioni nei cori e un leggero rallentamento del ritmo.
Personalmente preferisco l'originale che magari è un pelo più difficile da assecondare in pista, ma con le sue chitarre caracollanti e il tapum tapum dei tamburi, pare un treno lanciato a velocità impensabile dritto verso un binario morto.
Un pò come il convoglio pilotato da Jon Voight ed Eric Roberts in Runaway Train, quel film di Konchalovsky di metà anni '80.
Sticking Fingers Into Sockets è invece il titolo del disco con cui i Los Campesionos! debuttano in America.
Il loro ingresso è di quelli con il botto: produzione affidata al Broken Social Scene David Newfeld che dopo essersi innamorato della piccola orchestra lo-fi indie gallese, ne ha sponsorizzato l'uscita tramite la sempre benemerita Arts and Crafts.
Poi un bel 8.4 stampato in alto a sinistra sulla recensione curata da quei fottuti, noiosissimi indie snobber di Pitchfork (che proprio per la loro qualifica di tediosi e saccenti snob sono più credibili di chiunque altro per occhi ed orecchie del pubblico indie, notoriamente il più petulante e snob che esista sulla faccia del pianeta).
Quattro delle sei canzoni infilate nell'ep già le conoscevamo, vale a dire i due singoli, entrambi lovely records of the week da queste parti, We Throw Parties, You Throw Knives e il successivo You! Me! Dancing! con i rispettivi lati b.
Canzoncine zompettanti e memori del ricordo dei Wedding Present col George Best in copertina.
Per dirla con quegli antipatici di Pitchfork: musica che non dovrebbe essere apprezzata standosene seduti di fronte ad un computer.
Ma è con la quarta traccia del cd che i Campesinos opzionano definitivamente un angolo del mio cuore per il futuro.
Frontwards è difatti una delle mie canzoni preferite dal repertorio di uno dei miei gruppi preferiti di sempre.
In origine seconda traccia del Watery Domestic ep dei Pavement, uscito poco dopo Slanted and Enchanted, poi recuperata sul secondo dei due cd che componevano la versione luxe and reduxe dello stesso Slanted and Enchanted (la traccia 2 è quella originale in studio mentre la 17 è la registrazione live alla Brixton Academy), quella canzone, oltre ad essere una delle migliori canzoni di uno dei migliori gruppi degli anni '90, contiene una strofa immortale.
La frase che vorrei venisse scolpita a caratteri fluorescenti sulla lapide che un domani, il più tardi possibile intendiamoci, ornerà la mia tomba, e che recita: I've Got Style, Miles and Miles, So Much Style That It's Wasted.
Mi piace pensare che nella scelta del brano, riproposto peraltro con un piglio assolutamente adeguato alle esigenze di scena (tutto velocissimo, due minuti e diciannove senza freni, chitarre stralunate, voce femminile che duetta d'incanto con quella maschile), un pò quelle parole abbiano influito.
Perchè i Campesinos d'altra parte scrivono cose tipo It's sad that you think that we're all scenesters (and even if we were it's not the scene you're thinking of) to taking props from nineties boy band fashions all crop tops and testosterone passion.
E poco oltre: if there's one thing I could never confess, it's that I can't dance a single step.
Dimostrando così di esserci dentro in pieno.
Di questi sono proprio innamorato.
Speriamo che duri.
mercoledì 8 agosto 2007
It's You! It's Me! And There's Dancing!
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7 commenti:
Dunque abbiamo "uno dei miei gruppi preferiti di sempre" in comune.
vabbè, in questo caso era preventivabile.. la prossima volta cercherò di scrivere qualcosa di più sensazionale!
mi auguro di raggiungerti più tardi in consolle.
si brinda alle ferie, alle stelle cadenti, ai pavement e magari anche a qualcuno che compie gli anni
Ciao Arturo!
Potrei sapere che pezzo è quello con cui hai iniziato la serata all'hana-bi ieri sera (venerdì!) ?
Ha una voce sintetizzata...
Grazie,
A.
sei il miglior dj dell'hanabi ultimamente
Lost Campesinos = FEsta
Art = Migiore DJ di ovunque
zonda=paraculo
Ah,si'! Mi ero scordato che Chris fa anche il DJ!
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