Sabato scorso ero al concerto dei Paper Chase.
La prima volta che li incontrai, il primo ottobre del duemilaequattro, mi avevano impressionato per la loro notevole capacità di coinvolgere.
Emozioni in cascata a grappoli sopra a ritmi serrati.
Questa volta anche.
E mentre me ne stavo da solo a tre quarti sala, pensavo al naturale confronto con un concerto tenuto solo qualche giorno prima in quella stessa sala.
Quello dei Deerhoof.
Pensavo a come i Deerhoof pare piacciano a tutti fuorchè a me.
Al contrario dei Paper Chase.
I Deerhoof sono uno di quei gruppi che non capisco.
Ci ho provato, ho ascoltato tutti i loro dischi più volte.
Quei dischi non mi piacciono, ma ho insistito nell'ascoltarli.
Perchè quando tutti apprezzano una band e io non ci arrivo mi impegno sempre per cercare di capire dove sia il punto che gli altri vedono e a me sfugge.
Per i Deerhoof questo punto continua a sfuggirmi.
E anche se spesso finisco con il comprendere il perchè un disco a me non piaccia mentre è apprezzato da tutti gli altri, in questo caso no, proprio non capisco.
I dischi mi scivolano via di mano ogni volta e il loro live mi è parso quasi sempre incomprensibile. Magari ero solo stanco, forse era il gran caldo.
Comunque quei tre lì, sopra il palco, mi pareva andassero ognuno per conto proprio.
Ancora una volta non sono stato in grado di decifrarli.
Ne devo scrivere per il giornale e quindi mi fermo qui.
Per non sprecare quelle due frasi in croce che ho in mente.
Però il concerto dei Deerhoof è stato uno di quei momenti in cui avrei voluto indossare quella t-shirt che i cari vecchi Tunas mi hanno da tempo promesso, quella con su scritto il titolo di una loro canzone che recita: Indie Kids Make Me Sick.
venerdì 4 maggio 2007
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