La prima volta che mi capito di leggere qualcosa circa i Parenthetical Girls fu all'interno di un articolo scritto da un tizio che conosco da un bel pò di tempo e che tutto sommato stimo.
Il tipo stila corrispondenze dalla west coast statunitense per un mensile musicale che regolarmente compero, regolarmente leggo, regolarmente trovo assolutamente insopportabile, saccente e supponente.
Dunque avendone letto con enfasi fin quasi esagerata su quelle colonne ecco che i poveri Parenthetical Girls, dopo un rapido (e supponente) ascolto da parte mia finirono mesi addietro nella cartella limbo, quella che contiene i dischi da riascoltare ma che di solito per mancanza di tempo non riascolto mai.
L'altra sera non sarei dunque andato appositamente per loro a Marina di Ravenna.
Ero già lì, e in più avevo un paio di bonus niente affatto disprezzabili.
Un invito a cena da parte della deliziosa Pullen Couple Core, e l'abbinamento del concerto con l'inaugurazione della storica serata del martedì sera all'Hana Bi, la notte Steve Mc Queen con il mixer affidato some al solito alle capacissime mani della coppia Vins e Chris.
Di quel concerto di Parenthetical Girls ho letto un pò in rete oggi.
I più benevoli lo hanno giudicato carino.
Il che mi convince una volta di pi di quanto io mi stia scollando dall'attualità.
Di recente mi era capitata la stessa riflessione dopo l'insopportabile concerto di Deerhoof al Covo.
Il mio gusto non è più coincidente con la micro massa del pubblico indie.
La cosa sorprendente è che questo scollamento mi fa un piacere che non potete neanche immaginare.
E che io stesso mai avrei supposto.
I Parenthetical Girls in definitiva sono dei ragazzini (3 perchè il quarto elemento, una ragazza ci informano essere volata di rientro a casa - Portland - per problemi di famiglia) esteticamente incantevoli e musicalmente minimali, resi ancora più essenziali dall'improvvisa defezione in organico, dotati di un repertorio di piccole canzoni storte e melodiche.
La cover, peraltro piuttosto fedele, di Joan of Arc (Maid of Orleans), da Architecture and Morality degli Orchestral Manouvres in the Dark è stata una delle cose più belle che si sia avvicinata alle mie orecchie in questi ultimi mesi.
Bella serata.
Il piatto Giant e il rosso Bronson sono stati il primo pasto decente dopo quasi una settimana di malattia e alla fine Chris in consolle ha passato pure Nonalignment Pact dei Pere Ubu.
Di questi tempi non è che si possa pretendere molto di più.
domenica 27 maggio 2007
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