venerdì 15 dicembre 2006

The Ice Age Is Coming

Certo che mi ricordo di quel primo giugno del 1980 in Piazza Maggiore.
L'attesa che pareva non finire mai e noi che non capivamo perchè quei punk con le borchie, le creste e le a cerchiate distribuissero volantini di protesta.
Punk is Crass not Clash era stampato sopra.

Mi sorprende ancora constatare quanti ricordi affiorano quando mi fermo a pensare ai Clash.
Momenti importanti e memorie in miniatura.
Come quei pomeriggi in cui scendevamo le scale che conducevano al sotterraneo di Borsari e Sarti in Piazza Cavour.
Lì sotto si poteva scegliere un disco tra i tanti riposti negli scaffali, portarlo alla commessa dietro al bancone e chiederle di ascoltarlo.
In piedi con la cuffia sulle orecchie.
Non so quante volte ho fatto girare i due vinili di London Calling su quei piatti.
Una canzone per volta.
Prima di inciderlo su nastro in camera qualche tempo dopo, col vecchio registratore a cassette e il microfono, premendo stop appena il telefono squillava.
Erano altri tempi.
Sembra una vita, ed in effetti lo è: venticinque anni, un quarto di secolo.

Mi ricordo pure di quella settimana quando al cinema Rialto passarono in sequenza Rude Boy e The Great Rock and Roll Swindle, entrambi vietati ai 14.
Ci siamo stati dentro per poco.
Non che chiedessero mai i documenti, ma due come noi non avrebbero azzardato un ingresso illegale.
La massima illegalità che ritenemmo permetterci fu il registratore, lo stesso utilizzato per mettere su nastro London Calling, nascosto sotto la poltrona per raccattare l’audio del film.
Ancora oggi credo che quella prima visione di Rude Boy sia stato uno dei momenti chiave della mia carriera da appassionato di musica.
Ci pensavo giusto l'altro giorno, quando scorrendo le immagini di Westway to the World, documentario di Don Letts sulla banda, mi è venuta la pelle d'oca.
Ancora.
Come mi capita tutte le volte che infilo nel videoregistratore la cassetta dell'ultima volta che ho incontrato Joe.
Era il 4 settembre del '99, al Parco Nord dentro all'Independent Days Festival.
Alberto ed io eravamo andati solo per lui.
E lui non si era sottratto.
Per tutto il pomeriggio era rimasto al bordo del palco seguendo con attenzione i concerti della giornata.
Poi è salito.
Noi stavamo davanti, sotto l'acqua e in mezzo al fango.
Una situazione che mi avrebbe disgustato a 16 anni, figuriamoci a 35.
Ma ci siamo subito buttati in prima fila.
Aggrappati l'un l’altro a ballare come fosse l’ultimo giorno delle nostre vite, calpestando il fango e bevendo la pioggia.
Tommy Gun, London Calling, I Fought the Law....una roba da restarci secchi.

Anche a me manca Joe.
Terribilmente.
Non per la musica, tanto quella rimane comunque.
E' che con lui è scomparso un pezzo del mio passato, del nostro passato.
Una bella fetta.
Sono rimasti solo i ricordi quando ci illudevamo potesse ancora affiorare qualche brandello di presente legato alla sua faccia e alla sua voce.
Quel presente che noi continuiamo a vivere in tutti i modi possibili, senza stancarci, non avendone mai abbastanza.
Un presente che però non potrà mai essere emozionante come quel passato.
E non per la nostalgia dei 20 anni, o per il desiderio di seppellire le responsabilità, dimenticare i problemi della vita adulta, sbronzarci con gli amici e pogare a un concerto.
Quelle sono cose che posso ancora fare.
Sono cose che ancora faccio.
Fin troppo spesso.
Quello che rimpiango è l'assenza di consapevolezza di allora, quel non intendere in alcun modo filtrare situazioni e persone che alla fine ci convinceva a dipingere tutto solo di bianco o di nero.
Il credere di poter distinguere gli amici dai nemici.
L’esigenza di prendere posizione e il sapere sempre da che parte stare.
Sbagliando spesso, certo, ma senza alcun timore di farlo.
Mi manca l’ingenuità.
La nostra e quella dei tempi che vivevamo.
Quella sì che non potrà davvero ritornare.
Mai più.

1 commento:

Anonimo ha detto...

io i clash li ho sentiti solo in differita. nell'80 non ero nato e fino a qualche anno fa non sapevo neanche chi fossero. ma è difficile non essere partecipe delle sensazioni. questa volta con il senno di prima. e questo post, all'inizio un po' storicamente estraneo, mi ha commosso.

a presto.