martedì 13 maggio 2008

Spring Sale!

La stagione musicale 2007/2008 è finita.
Restano pochi spiccioli da spendere.
Che per quanto importanti restano sempre spiccioli e dunque non saranno in grado di modificare il bilancio finale.
Che per quanto riguarda i concerti è stato abbondantemente negativo.
Tutti si professano appassionati di musica.
Tutti hanno un blog che in un modo o nell’altro ha qualcosa a che fare con la musica.
E dopo i blog ci si è inventati altro per parlare ancora di musica.
Mi sono fermato ai myspace e non ho alcuna intenzione di capire che altra roba è stata brevettata per permettere alla gente di mettersi in mostra e di far sapere agli altri cosa si sta pensando e cosa si sta facendo, utilizzando la musica come pretesto figo (figo??).
Ognuno sente la necessità di esprimere il proprio illuminato e competente parere sulla musica, al cui ascolto a quanto pare tutti dedicano una buona fetta del proprio tempo (libero e non).
Qualunque negozio, supermercati compresi, ritiene necessario far ascoltare musica a chi ha la ventura di mettere piede al suo interno.
I corridoi di Scout in Piazza VIII Agosto al sabato pomeriggio sembrano le stanze di un qualunque club dove di solito si passa musica "alternativa": decine di repliche di Pete Doherty ed interi eserciti di nu ravers.
Ogni aperitivo è disturbato dall’intervento di dj più o meno qualificati.
Eppure della musica in realtà non gliene frega un cazzo a nessuno.

E' cambiato l'approccio.
Meglio ancora: l'approccio alla musica non è cambiato, la musica non è cultura e non è passione (almeno dalle nostre parti), ma semplicemente l'ultima canzone che serve a far tremare i vetri della macchina ferma al semaforo.
Questo era e questo ancora oggi è.
Siamo noi ad essere cambiati.
Noi che dell'ascolto della musica facciamo quasi una professione (di fede).
Noi che ci proclamiamo fieramente appassionati e ci crediamo (culturalmente) superiori alla massa.
Noi che siamo amici di tutti i musicisti che contano.
Noi che facciamo parte della la scena.
Anzi che siamo la scena, qualunque cosa questa parola significhi.
Noi che frequentiamo e facciamo vivere i locali che ci piacciono.
Noi che scarichiamo tonnellate di mp3 dalla rete.
E non ascoltiamo più musica.
Non ne abbiamo materialmente il tempo.
Ma soprattutto non ne abbiamo più voglia.
L'ascolto di una canzone basta.
Come possiamo giudicare se vale la pena andare oltre?
E allora per forza si finisce ad apprezzare solo quelle musiche che si agganciano direttamente a quanto già conosciamo, quelle che presentano caratteristiche immediatamente riconoscibili dal nostro orecchio in quanto già assimilate in precedenza.
Oppure quei motivi che per la loro facilità di struttura catturano immediatamente l'attenzione.
Sin troppo facile giungere alla conclusione.
Di un disco intero, l’album come si chiamava una volta, nessuno sente più il bisogno.
Anzi spesso viene considerato un inutile ingombro per l’hard disk del proprio computer.
Una perdita di tempo che rallenta la scoperta delle due, tre tracce che si reputano necessarie per l’ascolto.
Non sto qui a lamentarmi del fatto che nessuno compera più i dischi e a domandarmi che fine farà la musica.
Il formato mp3 mi fa letteralmente cagare, pur possedendo un i-pod ed utilizzandolo con una certa frequenza sono e resterò sempre assolutamente favorevole all’oggetto materiale considerandolo insostituibile.
Punto e basta.
Questa storia non mi interessa più.
Problemi di altri.
Qui volevo solo provare a trovare una motivazione al cattivo esito della stagione concertistica che si va a concludere.
Al Covo, locale che prendo ad esempio in quanto vicino a me geograficamente nonché punto di riferimento per chi ascolta e suona la “nostra” musica, quest’anno è stato protocollato un unico sold-out (Shout Out Louds).
Sempre al Covo al venerdì, serata decretata vincente per il dance floor alternativo, si sono registrate code costanti e assai consistenti praticamente tutte le settimane.
L’importanza della canzone contro l’interesse verso la musica.
Meglio ballare che fermarsi ad ascoltare.

Qualcuno potrebbe ribattere che per i concerti si è mobilitato un pubblico mediamente esiguo perché nel corso di questa stagione non sono usciti dischi interessanti e di conseguenza non sono passati tour di gruppi di livello.
Secondo me no.
Sono usciti dischi interessanti e sono transitati gruppi più che interessanti.
Ma in pochi li conoscevano, nonostante la odierna facilità di accesso a qualunque tipo di conoscenza.
E chi li conosceva magari aveva altro di meglio da fare.
Non riesco ad immaginare cosa ci sia di meglio da fare che andare a vedere ed ascoltare un interessante (almeno sulla carta) band che suona dal vivo, però magari sì, può essere.
Magari quel qualcuno era impegnato in tavole rotonde apparecchiate per decidere quanto bello o brutto fosse il nuovo disco dei Baustelle o quanto rivoluzionaria fosse la modalità di ingresso sul mercato dell’ultimo Radiohead.

E’ che un tempo per noi questa era una missione.
Ora non è più così.
E’ semplicemente un hobby che però si decide ancora di far apparire come la cosa più importante (o quasi) della nostra vita.
Questa storia io la intendevo diversamente.
L’attitudine, cazzo.
L’ATTITUDINE!
Evidentemente è un problema solo mio, quindi non fateci caso.
Continuate a ballare, che tanto io faccio il diggei.
Anche.

16 commenti:

Lunarpunk ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
francesco ha detto...

ciao,
sono uno studente fiorentino in erasmus a parigi. anche io ho un blog dove saltuariamente si parla di musica e che leggono quasi solo gli amici, ho un account lastfm e un account myspace. ogni tanto scrivo pure su una webzine, musicale. se esiste quella scena -a me piace pensare che esista ma ogni tanto credo che ci si sopravvaluti un po' con questa storia della "scena"- io ne rappresento una percentuale infinitesimale, quasi come il partito di ferrara alle ultime elezioni.
la vita da studente a parigi è assai cara, ma se c'è una cosa a cui non rinuncio è la musica: si risparmia il più possibile su altre cose, ma non su dischi e concerti. tanto più che qui passano più o meno tutti i gruppi che si possano desiderare.
in questa prima parte di 2008 sono stato a 15 concerti, tutti annotati sulla mia agenda. iron and wine, morrissey, okkervil river, stars, nada surf, tunng, portishead, el perro del mar... parentesi: un biglietto per i vampire weekend qui costa 22euro e isobel campbell con mark lanegan 26euro. qualche concerto è stato molto bello, qualcuno mediocre, qualcuno indimenticabile. a qualcuno sono andato in compagnia, ad altri da solo. quando le luci si spengono, ogni volta, credo che essere davanti a quel palco sia la cosa migliore che in quel momento potrei fare e il modo migliore per spendere quei soldi. e sono contento e orgoglioso così, di questo mio modo di vivere la musica.
a presto,
francesco

ps è un commento sconclusionato e forse non aggiunge niente al post. ma mi andava di scriverlo, appena tornato dal live di lightspeed champion e these new puritans (mediocre, tra l'altro).

Simona ha detto...

io questo diradarsi di gente ai concerti non lo vedo come una cosa così negativa, almeno dal mio egoistico punto di vista di spettatrice :)

patrick bateman ha detto...

francesco, kay: se in giro in questi ultimi mesi ci fosse stata più gente come voi, suppongo che non avrei sentito il bisogno di scrivere questo post.

Anonimo ha detto...

E' il periodo dello sballo,
del minimo possibile che sia rock n roll o minimal alla gente non gliene frega più un cazzo di tante cose che non siano ormai major-oriented.

E poi se vedi alla voce indie-rock
quelle due volte che son rimasto a ballare al covo, c'erano decine e decine di cinnazzi irritanti e trendisti figli della Milano-fashion e delle copertine e questo mi amareggia molto, ma molto...

...essì che Losing My Badge e la sua magnifica aurea non è stato un milione di anni fà, eppure nel frattempo son cambiate parecchie/troppe cose...

Tommy dalla locomotiva.

JR ha detto...

vivere in provincia dovrebbe far vedere le cose in modo diverso. poi mi volto e vedo che pure in un locale cittadino fanno le feste alla moda con neppure troppo ritardo. vengono fatti gli eventi dove arrivano pure quelli di pig magazine e cose cosi'

insomma nel 2008 tutto il mondo e' paese.


detto questo sono andato a vedere pochi concerti nella stagione 2007 2008. a bologna sono venuto poco o niente. un paio di concerti(ma potrei recuperare a breve).
il covo non rientra piu' nei luoghi dove andare a vedere concerti, perche' per il mio personale gusto non ci sono buoni concerti. in generale trovo che bologna città non offra piu' una selezione quantitativa e qualitativa all'altezza(sempre del mio gusto)

purtroppo il bronson si e' preso molta roba che mi interessa, proponendola fuori dal weekend, cosa che mi rende difficile da frequentare. 130 km andata e 130 ritorno, di lunedi o mercoledi omartedì... non li riesco piu' a fare, perchè il mattino dopo ho bisogno del carro attrezzi.

quindi, il pubblico provinciale emiliano non riesce piu' a seguire alcune proposte musicali che si giocano ora in romagna.
bologna ha abdicato il ruolo egemonico nella proposta di concerti. questo e' un bene in termini assoluti...ma un male per noi che siamo lontani.( e' pure questione economica)

quindi bologna la vedo cosi. e questo e' il mio caso.
debbo dire che in generale alcuni gruppi li sarei andato a vedere anche a milano...ma in italia non son venuti...nomi? deerhunter beirut no age...parlo di nomi da underground cool all'estero, mica di quei grupposcoli post rock che si andava a vedere nelle campagne em,iliane non troppi anni fa.
e appunto, manca una scena musicale in cui riconosco buon sound ed elementi di genuinità(forse per l'indie pop le cose vanno in modo diverso...solo che a me quei suoni/quel mmondo non interessa)


appunto alla fine arturo di questo pippotto che e' solo il mio punto di vista. neppure. e' la mia esperienza personale e nulal piu'.

pero' se ci penso mi vien da dire che pure i musicisti i locali i membri della scena un pochino di colpe le hanno.

se penso che negli ultimi due o tre anni siamo in tanti saluti sul carro della velocità internettiana. in tanti a parlare di nuovi fenomeni...in tanti ad intravedere possibilità di gruppi pronti alla svolta. insomma per tenrla breve...in tanti ad aiutare il mercato a doparsi... si un mercato dopato.. da appassionati non siamo riusciti a fare selezione tra gli ascolti ed i gruppi. tutto andava bene tutto faceva brodo.

alla lunga abbiamo sostenuto proposte carenti dal punto di vista qualitativo. anche nell'approccio all'ascolto... i concerti che erano piu' eventi che concerti.ovvero ascoltiamo e guardiamo un gruppo che suona ecc ecc
ed alla fine quello che abbiamo in mano..sono delle discotechine rock... dove appunto vince ballare con qualsiasi musica sotto... ed amen!




ps e nel dire questo qui non sto dando colpe specifiche a nessuno in particolare.... io mi sono gia' assolto...e anche te mica ti ho messo nella lista dei colpevoli...ahah

diego ha detto...

in concreto: quando studiavo ed abitavo a bologna al Covo si facevano cose (tipo doppia data sold out dei Black Heart Procession) che ora non si fanno più. Resta da capire se ora le stesse cose farebbero sold-out... probabilmente no. probabilmente è come dici tu. Lo scorso anno all'estragon ho visto un concerto dei Lambchop con solo 150 persone, un crimine. Di esempi se ne possono fare tanti... ma ho smesso di turbarmi per quello che (non) fanno gli altri.

a differenza di 'jr' mi ritengo fortunato: bronson/hana-bi non sono lontani ed in questi anni la programmazione è stata a dir poco strabiliante (la risposta in termini di pubblico, ovviamente, meno).
E l'escalation non si arresta: suoneranno lì, in meno di un mese, Bill Callahan e Will Oldham... che per i miei gusti musicali equivale a dire beatles e rolling stones... (siate elastici nell'interpretare questo mio paragone!)

chiudo qui il mio appunto: mi duole pensare che purtroppo i "figli della Milano-fashion e delle copertine" (cit. Tommy) non potranno percepire il tuo forte messaggio.

mr.crown ha detto...

non che abbia una gran voglia di intervenire in questa storia dagli esiti scontati come tutte le storie che si rispettino.

ma proprio ieri un ragazzino con la metà esatta dei miei anni mi ha domandato per quale motivo comprassi così tanta musica quando è possibile scaricarla.

a volte sono le domande banali che ti mettono in difficoltà perchè se per me è scontato non è così per tutti, anzi.

gli ho detto che bisogna dare un valore alle cose, anche economico.
che dietro un cd c'è il lavoro di tante persone e molto spesso c'è anche un'idea. un lavoro che in molti casi richiede anni. un mix tra arte artigianato e consumismo. a pensarci quei 18/20 euro non sono neppure molti. il prezzo di 3 consumazioni in qualsiasi locale.

la risposta è stata forse ancora più spiazzante: "e se un cd non ti piace?!"

beh allora ho quasi perso la pazienza, quasi. e quando ti fanno un coca e rhum che fa schifo cheffai, glielo rovesci sul bancone?!

per jr: e allora noi romagnoli che per anni siamo venuti in emilia?! a fronte degli stessi costi degli stessi kilometri delle stesse levatacce?! forse che l'ATTITUDINE abbia come unità di misura euro/km ?! dai non scherziamo.

JR ha detto...

oh mr crown.... non ti arrabbiare.
io ieri son andato a milano a vedere un concerto la settimana prossima sono al bronson.

dico solo che di martedi con la nebbia venire fino a ravenna per me son soldi e levataccie la mattina.
e ti diro'...ho sempre girato per concerti. insomma bologna non e' lontano...solo 50 minuti di autostrda e trenta di starda normale. oppure i 180 km andata e ritorno da finale emilia.... mica erano pizza e fichi. ma si son sempre fatti.

quindi...

ole'

solo che la vita ora mi costa purtroppo di piu'. e debbo stare attento. mi pago io l'affitto e non piu' i miei.

amen

mr.crown ha detto...

no non mi arrabbio non mi arrabbio.
sono un lord io. è che da queste parti ora come ora c'è più attenzione e ci sono più luoghi consoni, e ci aspettiamo che voi emiliani troviate l'umiltà di venire più a sud a vedere le cose fighe. mancate solo voi per arrivare ai numeri che garantiscano una continuità anche per il futuro prossimo.

art se ne è accorto da tempo e fa già parte della famiglia

JR ha detto...

si ma lui e' un emiliano del sud.
il nord emilia fatica...fatica...e qui c'e' aria di desertificazione

diego ha detto...

"il nord emilia fatica...fatica...e qui c'e' aria di desertificazione"

sembra un testo degli offlaga ;)

patrick bateman ha detto...

jr e mr. crown, siete gli unici due link di questo blog, so che la pensate allo stesso modo.
comunque: tommy, la domanda non è perchè il pubblico del covo (ma io generalizzerei estendendo il discorso a tutti i luoghi dove di solito passa la "nostra" musica) si sia "milanesizzato" (ogni riferimento al plastic e al london loves immagino sia puramente casuale...) ma bensì perchè il pubblico che ascolta musica indie oggi sia quello.
perchè non è che improvvisamente certi locali siano diventati alla moda, ma lo è diventato il pubblico che li frequenta.
jr: secondo me non è tanto che bologna ha abdicato al suo ruolo (anche se è innegabile che alcune date importanti siano emigrate verso la costa) è che siamo "noi" ad aver abbandonato il nostro ruolo di fruitori di musica in senso più ampio che non sia quello dell'ascolto di un disco tra le mura di casa, dove con quel "noi" non mi riferisco a me e te ma al pubblico che vedo affollare con grande impeto le serate danzerecce (e si badi bene che contro la dance, indie o non indie che sia, io non ho proprio nulla in quanto ballerino oramai ex e dj, è solo che mi piacerebbe vedere almeno una piccola parte di quell'entusisamo applicato anche alla musica live o anche solo all'ascolto di un singolo disco dal principio alla fine).
anche i concerti di genere meno pop e per qualcuno più interessanti fuori città non mi sembra siano stati così frequentati.
mr. crown: di chilometri ne abbiamo sempre fatti, non è quello che preoccupa. è l'età e sono gli impegni che una vita sempre più adulta porta a falciare le gambe.
lasciatevelo dire da uno che su tutti voi è in vantaggio anagrafico di una decina d'anni...
diego: non c'è alcun dubbio che il messaggio non sarà percepito da coloro i quali è indirizzato, ma sfogarsi ogni tanto fa bene alla salute.
ci si vede al prossimo concerto dei lambchop, che come notasti a suo tempo aveva il sottoscritto come (quasi) unico bolognese presente.

mr.crown ha detto...

in quei 150 dei lambchop c'ero pure io.
c'ero anche tra quei pazzi all'ex machina 18 anni fa per beasts of bourbon e carnival of fools. non c'entra nulla ma è saltato fuori questa sera parlando con giò a ravenna.

jr: appena la desertificazione sarà completata mi trasferirò da quelle parti, aprirò un locale e inviterò howe gelb tutte le settimane

20nd ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Siete stati mitici, dovete continuare a dare il meglio di voi, non dovete mollare!
vale
ps non dimenticher; mai la vostra prima apertura di concerto al nuvolari di cuneo!!!!!!!!!!!!!!