martedì 26 febbraio 2008

Bachelite


Il primo disco degli Offlaga DiscoPax mi piaceva.
Mi sono chiesto parecchie volte il perchè, conoscendo me stesso meglio di quanto mi conosca nessun altro.
Non ho ancora trovato una risposta.
Ma del resto sono ancora qui a cercare il motivo per cui, almeno ai loro inizi, Massimo Volume e CCCP mi piacessero così tanto.
Quando a me della musica italiana frega così poco.


Il secondo disco degli Offlaga DiscoPax è da poco che lo ascolto.
Ma per quel poco che l'ho ascoltato mi piace più del primo.
Mi piace molto.
E dire che come tutti ero pronto a sorridere nel constatare l'impossibilità logica di dare un seguito ad un disco come il loro primo.
Invece mi continua a piacere quel modo che ha il cantante di raccontare le sue storie.
E mi piacciono le sue storie.
E' l'unico caso mi sia mai capitato di rimanere incollato ad ogni singola canzone fino all'ultimo secondo, attaccato ad ogni parola, attentissimo.
Curioso di capire come andrà a finire.
E la musica poi non è per niente un riempitivo, non è una semplice colonna sonora per quelle storie.
Anzi no.

In realtà ci sono tre prospettive diverse che possono guidare l’ascolto di un disco degli Offlaga DiscoPax.
Al principio sono le parole che colpiscono.
L’ascolto tende a fermarsi lì.
Proprio per quel loro essere storie più e prima ancora che testi di canzoni pop.
La concentrazione viene calamitata da quelle storie e si lascia la musica un po’ dietro, in secondo piano.
Quasi non ci si accorge della sua presenza.
Poi, dopo i primi ascolti, quando con quelle storie si inizia a familiarizzare, si comincia a prestare attenzione anche alla musica.
Ci si avvede di quei particolari, che in realtà erano lì da subito in bella evidenza.
Ma per farlo, per arrivare a quel punto, occorre isolare musica e parole.
Non fare più caso a queste ultime.
E affrontare il disco dalla seconda prospettiva.
Solo la musica.

Di solito quando si ascolta un gruppo si cercano subito paragoni.
Nel caso degli Offlaga si è sin qui sempre e (quasi) solo citato Massimo Volume per il recitato e CCCP per il simile approccio nel tratteggiare un immaginario est europeo molto padano.
Emiliano più che altro.
In realtà la loro musica, la musica che sottende le storie degli Offlaga DiscoPax, è importante.
Eccome.
In effetti ne sottolinea i tratti fornendo la chiave di lettura.
In questo senso sì, è colonna sonora di una sceneggiatura complessa e per nulla casuale.
Come al minuto tre e trenta secondi di quella canzone che parla della Mambro e di Fioravanti, col racconto che improvvisamente si innervosisce, prende posizione e si indigna mentre la chitarra diventa cattiva.
Quelle parole alla fine: ...per evitare di confondere la sensibilità con l'eversione fascista e stragista stabiliremo dei limiti, definiamo quindi neosensibilismo il nostro modo di essere sensibili che in tutto si distacca dall'ambiguità di Francesca Mambro da cui ci dissociamo, anche per l'uso sconsiderato del vocabolario.....
E la chitarra si fa di nuovo quieta ed ammette la sconfitta.
Due a zero per loro
Dentro al nuovo disco degli Offlaga ci sono i Kraftwerk di Computer Love, gli Slowdive di Souvlaki, ci sono i Lali Puna e i My Bloody Valentine e anche i Tuxedo Moon, per quello che ci ho sentito io.
E ci sono le parole di Max Collini, che srotola la sua personalissima Wikipedia di un tempo che non esiste più.
Quando si stava male ma forse si stava meglio.
Quando i partiti facevano i partiti, la federazione giovanile faceva la federazione giovanile, l'Arci l'Arci e i fonici i fonici.

E' a questo punto che finalmente si arriva liberi da ogni vincolo ad ascoltare da cima a fondo Bachelite, secondo disco dei reggiani Offlaga DiscoPax.
Musica e parole assieme.
Il terzo e definitivo punto di vista.
Un gruppo, un disco.
Bello.

Magari un giorno di questi capirò il perchè a uno come me gli Offlaga DiscoPax piacciano così tanto.
Oppure non lo capirò mai.
E ancora una volta confonderò l'intelligenza di due ragazzi di Reggio Emila e di un cantante che ha quasi la mia età con la voglia di modernariato, mitteleuropa, anni settanta e gusto della citazione che in fondo in fondo dimora in tutti noi.

3 commenti:

JR ha detto...

quando la "recensione" è all'altezza del disco recensito

Anonimo ha detto...

"stabiliremo dei limiti" e "tutto si distacca" con le due pause e poi la chitarra a rompere il silenzio. bellissimo.
hai colto nel segno art come il solito.
a me IACP piace sopra a tutte, poi ventrale gran musica, ligabue "mangiapane a tradimento" "che fonica" e capossela "sfigato sul palco farfuglia cosette" gran ridere. ciao ci si vcede presto (meno di un mese e speriamo il tempo sia clemente per il nostro angolo di paradiso in spiaggia)

Anonimo ha detto...

su "sensibile", e su come la musica segua l'incedere della storia, e le parole, ho scritto oggi le tue stesse cose. d'accordissimo.