domenica 3 febbraio 2008

Desire (Don't Think), Desire (Don't Buy)

"...la fine di quella particolarissima magia che è sempre stata alla base dell'ascolto della musica popular, l'assorbimento della fantasia e della spinta immaginativa individuale, che fino a ieri ne erano restate immuni (le nostre uniche ultime libertà), nel circuito per esse "aberrante" del consumismo furioso, il quale non è affatto una generica spinta maniacale all'acquisto di beni inutili (troppo facile) ma qualcosa di più raffinato e insinuante : L'ESPROPRIAZIONE DAL DIRITTO INDIVIDUALE A IMMAGINARE IL DESIDERIO."

Stefano Isidoro Bianchi, direttore di Blow Up in risposta ad una lettera che gli domandava il perchè avesse etichettato come "aberrante" la possibilità di ascoltare integralmente un disco prima di comperarlo definendo al contempo come "la nuova massa" i downloaders da internet.
Ecco, quella frase, quella che ho riportato in maiuscolo e nero.
Lì c'è tutta la differenza tra chi è cresciuto "...in un epoca in cui i dischi si sognavano e desideravano e chi oggi li ha tutti quanti disponibili da scaricare in un attimo..."
E lì sta pure una delle risposte (forse LA risposta) per giustificare la crescente insofferenza di chi con la musica e per la musica è cresciuto allora, nei confronti di chi sta crescendo oggi, e l'incomprensione dei secondi nei confronti dei primi, spesso bollati con sufficienza come luddisti innamorati dei propri tempi andati.
Perchè come prosegue oltre l'Isidoro Bianchi: "...una volta che tutto quanto è a disposizione si perde l'entusiasmo della scoperta, il gusto della visione non solo musicale ma anche mitologica e divistica della musica e del suo universo. Un ubriacatura senza fine che ci trasforma in mostriciattoli emotivamente anoressici: consumiamo e immediatamente vomitiamo quel che abbiamo appena mangiato senza suggere nulla dei suoi contenuti."

Personalmente non sono quasi mai daccordo con il direttore di Blow Up quanto a gusti musicali.
Ma la sua analisi, molto più lunga ed articolata dei pochi stralci qui sopra riportati, esprime in maniera perfetta ciò che penso.

9 commenti:

chris ha detto...

lo sai già. ma anche io sto su quella lunghezza d'onda. e siamo già in tre!

non mi dilungo in analisi più approfondite perchè sono reduce da una delle più belle serate r'n'r della mia vita. perchè jon spencer al bronson è stato "come un cervo che esce di foresta"

mr.crown ha detto...

non che vada pazzo pazzo per la prosa alta di isidoro bianchi, ma il concetto è chiaro. ora siamo in 4!

patrick bateman ha detto...

beh su voi due, Chris e Mr. Crown, sapevo in partenza che avrei potuto contare.

matte ha detto...

sottoscrivo pure io.

a. ha detto...

io invece non potrei essere più in disaccordo. ma questa è una polemica antica, di quando proponevo recensioni di compilation mp3 a SIB e lui mi rispondeva "se sono promozionali gratuite sarebbe come recensire dei manifesti stradali". capisco lo smarrimento di essere nell'occhio del ciclone culturale ma perchè al cambiamento bisogna rispondere in questo modo? oltre i giudizi di merito mi chiedo come ci si senta ad essere superati dalla storia, in rainbows o meno la direzione presa ormai è un'altra

Valido ha detto...

Perdo il gusto della scoperta ma spendo meglio i miei soldi. Il gusto della scoperta aveva smesso di pagarmi le bollette ormai da tempo... ;)

JR ha detto...

ragioniamo sulle macerie, perche' credo che la partita sia finita da un pezzo.
detto questo e' vero che la questione del temnpo e del gusto di affrontare la musica come territorio complesso è il cuore della questione tutta.
ovviamente sono d'accordo con bianchi sull'analisi culturale del pianeta ascoltatori.

"Un ubriacatura senza fine che ci trasforma in mostriciattoli emotivamente anoressici"

a volte direi quasi bulimici

Anonimo ha detto...

Bianchi ha ragione. Anche se il snobbismo da middle-classic-public-school a volte mi irrita..
Infatti i dischi in Italia non sono mai usciti a scadenze fisse (tipo lunedi mattina in uk e negli stati uniti o mercoledi in svezia e olanda, etc).

Anonimo ha detto...

Arturo, ma sapevi che un tipo dei Tuung suonava nei Chapterhouse?? Falling downnnnnnn....lalalala...