“In 25 anni di militanza indie pensavo di aver visto tutto. Mi sbagliavo, non avevo ancora visto gli I’m from Barcelona all’Hana-Bi”
sms inviato ad un amico alle ore 00.06 di domenica 29 luglio 2007.
Qualche mese fa, poche settimane prima della discesa degli I’m from Barcelona sul Bronson di Ravenna, Linda mi scrisse da Parigi per comunicarmi tutto il suo disappunto di fronte al concerto che la banda svedese aveva appena tenuto in quel di Parigi.
Mi disse che le erano sembrati dei ragazzi di quelli che troppo palesemente insistono con l’evitare di crescere, dei buffoni (in senso buono, eh) che non erano minimamente riusciti a coinvolgere il pubblico francese facendo la figura di gente decisamente quanto inutilmente sopra le righe.
Il concerto ravvenate di qualche tempo dopo non andai a vederlo.
Per una serie di motivi che non mi pare ora il caso di elencare.
Che la serata di sabato 28 luglio sarebbe stata memorabile lo si è capito da subito.
Lo stop and go iniziale dopo due secondi di Treehouse, è stata la chiave di lettura facile facile servita su un piatto d'argento.
Se i tipi dell'Hana Bi lo avessero fatto apposta non sarebbe venuto così bene.
Un paio di note e la corrente salta.
Buio, niente elettricità.
Prima ancora che gli svedesi decidano di continuare è il pubblico a farlo: I have built a treehouse/nobody can see us/it's a you and me house.
La canzone prosegue a cappella con un coro collettivo guidato da un tipo barbuto e con la t-shirt grigia degli Shout Out Louds appiccicata addosso.
Ok, quel tipo lo conosco, ma preferisco non fare nomi, date le circostanze.
Se fossi stato il cantante degli I'm from Barcelona mi sarei preoccupato un bel pò di trovarmi davanti un tizio così fuori di senno, appeso al palo piazzato verso il lato sinistro del palco, spesso straripante sopra attrezzatura e microfoni, con una bottiglia di Ballantaine's che per le prime due canzoni ha cercato di offrire a turno a tutti i tipi del gruppo si trovassero a tiro di braccio.
Finchè il buttafuori, dopo un paio di vigorosi ammonimenti, non ha deciso di requisirgliela quella bottiglia di Ballantine's.
Quello che mi ha sorpreso, quello che mi avrebbe sbalordito se non fossi stato pronto all'impatto, è stata la totale interazione tra pubblico e banda.
Una roba che ha dell'incredibile poiché il piccolo esercito scandinavo non ha avuto promozione alcuna qui da noi: poche interviste sulla stampa specializzata, recensioni minime, airplay radiofonico nullo (questo lo immagino dato che la radio non riesco mai ad ascoltarla).
Alla fine del concerto avrei voluto andare da tutti i ragazzi del pubblico e chiedere ad uno ad uno come e quando avessero conosciuto gli I'm from Barcelona.
Perchè il divertimento e se vogliamo la bellezza di un concerto del genere sta in buona parte lì, in quel continuo scambio tra palco e ambiente circostante.
Non dubito affatto che il concerto di Parigi di cui mi parlava a suo tempo Linda sia stato una schifezza.
Un gruppo del genere la cui struttura musicale è si estremamente orecchiabile ma pure assai fragile, inchioda l'attenzione con una festa collettiva che senza il contributo del pubblico è chiaramente impossibile riuscire ad impostare.
I coriandoli, i palloncini, le invasioni di palco e i cori continui.
Su una serata del genere si potrebbe mettere in piedi un trattato di sociologia.
Cosa di cui ovviamente non sono capace.
Viene solo da chiedermi, una volta di più, se non siano i blog, certi blog, a veicolare verso determinate posizioni un certo tipo di pubblico.
Ancora una volta mi domando quale sia la differenza tra il costruire un hype (che cazzo di parola, ma proprio non me ne viene in mente una migliore) tramite il New Musical Express o farlo attraverso un piccolo e involontario cartello di blog.
E’ solo una questione di dimensioni?
O è il fatto che in fondo a ciascuno di noi piace l’idea di esercitare una sia pur minima influenza sul microambiente che ci circonda?
Argomento da approfondire quando finalmente mi verrà voglia di scrivere di A Classic Education e My Awesome Mixtape.
Per ora mi accontento di stappare una bottiglia di Miller, parlare con Chris per confermargli che si, tranquillo, gli Oneida martedì scorso sono stati un altra cosa, poi premere il repeat dello stereo e far girare di nuovo da capo la mia copia di Let Me Introduce My Friends, così la prossima volta che incontro gli I'm from Barcelona sarò pronto anch'io a seguire il coro: I'm gonna sing this song with all of my friends and we're I'm from Barcelona/love is a feeling that we don't understand but we're gonna give it to ya/we'll aim for the stars we'll aim for your heart when the night comes/and we'll bring you love you'll be one of us when the night comes.
In fondo, a modo suo, è stata davvero una serata memorabile.
lunedì 30 luglio 2007
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6 commenti:
giusto.
godiamoci ogni tanto un pò di meritata leggerezza.
la base dell'equilibrio sta nel non precipitare mai verso la banalità, ma anche nell'osservare e nel lasciarsi andare,ogni tanto, piacevolmente, alla frivolezza.
personalmente ritengo gli i'm from barcelona una splendida occasione di festa, ma gli oneida rimangono un'altra cosa è chiaro. per non parlare poi di beasts of bourbon o david eugene edwards.
e falli i nomi nessun problema.. :)
non mi perdonerò mai per essermeli persi. piango ancora.
ma so che torneranno! giusto chris?
giusto
io non li conoscevo gli i'm from barcelona, poi li ho visti a napoli e ho visto la luce.
....è stata veramente una festa, un pigiama party, una festa di quelle che ti fanno sentire felici.
è una cosa banale da dire forse, ma è stato proprio così.
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