giovedì 5 aprile 2007

Oui, C'est Un Debut!

Le cose dovrebbero durare poco.
Quelle brutte perchè naturalmente non abbiamo nessun desiderio di sperimentarle per un tempo superiore a quello strettamente necessario a farle finire.
Quelle belle perchè basta un niente a trasformarle in altro.

Qualche settimana fa mi è capitato di scrivere (da un altra parte) che il rock and roll dovrebbe essere una faccenda esclusivamente adolescenziale.
Naturalmente non è vero, non del tutto almeno.
E' però vero che l'adolescenza, con tutto il suo carico di stupidità e ignoranza, ingenuità e innocenza, consente di azzardare entusiasmi e di accollarsi rischi che successivamente diventano difficili da gestire e impossibili da accettare.
Per non parlare della passione, che invariabilmente con il passare del tempo tende a sbiadire, sfumando dal rosso acceso alle varie tonalità dell'arancio, scivolando sui colori pastello prima di congelarsi dentro un grigio sbiadito ed uniforme.

Per questo personalmente credo che il disco d'esordio sia quasi sempre il migliore.
Non mi interessa che dopo, nel tempo, la pratica possa rendere perfetti.
Non mi piace esaurire la vista alla ricerca delle increspature per sottolineare le imperfezioni di un debuttante.
Così come non ho alcuna intenzione di verificare quanto tecnicamente i musicisti siano migliorati disco dopo disco.
Slanted and Enchanted è il MIO disco dei Pavement, anche se non ha le canzoni di Crooked Rain Crooked Rain, nè l'estro sbilenco di Wowee Zowee.
Il primo disco dei Velvet Underground è la storia, così come il primo dei Clash o il debutto degli Stooges.
Anche se poi sono arrivati Loaded e London Calling e Fun House.
Mi piacciono quelle band che rompono le righe prima di rompere i coglioni, mi piacciono i concerti che non superano i 45 minuti e i film che non varcano la soglia dell’ora e mezza.
Mi piacciono gli amori che spariscono prima di camuffarsi in consuetudine e le persone che smettono di parlare un attimo prima che il mio pensiero si trasferisca da qualche altra parte.
Mi piacciono i long drink serviti in cilindri lunghi e sottili, che finiscono in fretta lasciando ancora ghiaccio sul fondo del bicchiere.

Uno come me, stando a come la pensa uno come me, dovrebbe essersi messo da parte da un bel pò di tempo.
A meno che...
A meno che non la si veda dalla parte di Billy Childish.
Che è un mito.
Non perchè lo diceva tempo fa Kurt Cobain.
Tanto meno per essere finito sulla copertina dell'ultimo Blow Up.
Ma perchè ha 47 anni sulle spalle, fa musica da una vita, eppure sembra sempre il primo giorno.
E dice cose come questa:
"Con il nostro suono si possono percepire tutti gli errori: i buchi sono lì, si sentono, la musica diventa vulnerabile, invita alla critica. E noi incoraggiamo sia la critica che la vulnerabilità perchè queste sono le cose per cui vale la pena fare arte.
Se ascolti gli Stones, i Kinks, i Clash o qualsiasi altro gruppo rock and roll al suo inizio... quello è l'elemento che cerchiamo. Anche ora, dopo 25 anni, quando registriamo un disco, vogliamo che chi lo ascolta pensi che sia il primo disco del gruppo.
Questo è il nostro obiettivo: avere quell'energia, altrimenti non vale la pena suonare.
Crescere significa essere capaci di accedere a quelle parti di noi che uno vuole, il bambino dentro di noi, e non il teenager.
La gente pensa che rimanere giovani significhi comportarsi come teenager irresponsabili.
Ma quando hai 30 anni non devi più fare finta di essere un teenager: devi accedere a ciò che vuoi, ciò di cui hai bisogno."

(Blow Up # 107, pag.27-28)

Billy Childish è una fottuta leggenda, e se ci fossero in giro più personaggi del suo calibro non sentiremmo forse bisogno di impegnarci in discussioni per contestare quanto cari fossero i biglietti d'ingresso al Motron, o quanto fighi siano i My Awesome Mixtape, e quanto brutte siano le felpe dei Klaxons.
Infine la smetteremmo, una volta per tutte, di domandarci chi sia il migliore tra LCD Soundsystem e !!!.

5 commenti:

len ha detto...

TOP!

borguez ha detto...

leggevo ieri notte le stesse pagine su BlowUp è mi stupivo come certe "ovvietà" avessero una capacità di penetrazione così profonda e senso del giusto, della misura e della coerenza. come in fondo non ci fosse nient'altro da aggiungere se non tentare, come sempre, di sgombrare il campo da tutto ciò che in realtà ci è inutile!

Anonimo ha detto...

è con post come questi che, più passa il tempo, più penso che a Bologna tu sia tra i pochissimi che di rock ci ha veramente capito qualcosa. Solo una cosa: deliziami più spesso! Anche a nome di Kevin Rowland..

len ha detto...

hei art!!! E' da un pò che non ci si vede..!!
quando inizi la stagione mare?
ti aspettiamo!!!

patrick bateman ha detto...

cool face, un giorno scriverò qualcosa su kevin rowland e i giovani ribelli del soul.
ora sono un pò stanco e il tempo è molto meno di quello che mi occorrerebbe per fare tutto quello che vorrei fare.
len: devo cercare il costume da bagno e il telo.
tu prepara un dj set e un paio di drink da dividere con me.