lunedì 18 settembre 2006

Close Encounters





E’ successo. Mi sono ritrovato in veste di accompagnatore ad un concerto per gggiovani.
Lo sapevo che prima o poi mi sarebbe successo di andare ad un concerto in cui il più anziano aveva forse la metà dei miei anni ma quando succede è un po’ uno shock.
Affascinante da un punto di vista antropologico ma anche una di quelle situazioni in cui ti piacerebbe essere invisibile per sottrarti all’inevitabile imbarazzo.
Gli schermi ai lati del palco rimandano i video che la giovanissima platea trangugia quotidianamente nelle proprie case in una sorta di ipnosi indotta e cosciente e la reazione è molto più partecipe ed entusiasta di quando i vari gruppi si alternano sul palco a suonare per davvero.
Il mio compagno di ventura ha 12 anni ed è il suo primo concerto.
Il suo commento alla fine del set di Fabri Fibra.. (ok ok non fate quelle facce, se abitavo a New York magari mio nipote a 12 anni seguiva i Rapture ma ricordiamoci il livello da terzo mondo dell’alfabetizzazione musicale nazionale) è stato illuminante.
"Sì Mondo Marcio (sic) mi è piaciuto ma era un po’ finto, Fabri Fibra invece mi è sembrato...non so, più.. pericoloso. Dai video non me ne ero reso conto… "
Ora, al di là delle facili ironie sui protagonisti, la sostanza è tutt’altro che banale e chiarisce il perché certe sere infami invece di startene comodamente spalmato sul divano esci e ti ficchi in qualche luogo puzzolente per chiedere a qualche disperato di rendere concreto quello che i mezzi di riproduzione, qualunque essi siano, non possono e non potranno mai riprodurre.
Siano essi pericolo, rabbia, emozione, commozione…
Sì, il giorno dopo avrai un po’ di mal di testa e gli occhi rossi per il sonno perso ma, se ne sarà valsa la pena, lo rifaresti migliaia di altre volte e gli altri, quelli che sono rimasti spalmati sul divano, li guardi con un misto di compatimento e malcelato senso di superiorità. E che tutto ciò lo capisca di già qualcuno nato l’anno in cui uno dei tuoi idoli si faceva saltare le cervella ti colpisce e ti dà un po’ di speranza…
Sono scappato in fretta, un po’ per la pioggia battente e un po’ perché non volevo farmi dare dello "Scusi signore…" da qualche ragazzino brufoloso proprio quando pensavo di essermela scampata…

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