Ogni tanto bisogna arrendersi all'evidenza.
E ammettere che un disco che è piaciuto alla maggioranza è piaciuto anche a te.
Il nuovo dei TV on the Radio aveva in partenza tutte le caratteristiche per essere lo stereotipo dei dischi che non sopporto.
Dopo un esordio su un mini per Touch and Go dal suono accattivante e per quanto oggi possibile nuovo e peculiare, era arrivato un disco che aveva sbancato le classifiche di fine anno ovunque, accompagnato da una collezione di copertine che così trasversale ed internazionale non si vedeva da un pezzo.
Dear Science si preannunciava poi disco curatissimo nei suoni, raffinato ed esageratamente pacevole per tutti.
Un classico disco 4AD, insomma.
E così è stato.
Quando un disco mette daccordo Blow Up e Rumore di solito a me sta automaticamente sulle balle.
Non chiedetemi perchè, ma è così.
In effetti la prima volta che ho infilato Dear Science nel lettore (sì, non l'ho ascoltato nella solita anteprima digitale gratuita e collettiva, questo proprio a dire che del disco in fondo mi interessava il giusto e dunque potevo permettermi la pazienza di ascoltarlo su cd) ho subito pensato che potesse essere il disco ideale su cui puntare il fucile quest'anno.
Un disco piacione per piacioni.
Odio queste cose che vanno bene trasmesse da radio alternative e network, citate parimenti nei talk show televisivi e nei cessi dei centri sociali.
Dischi che sai già prima ancora di ascoltarli, troverai in cima alla maggior parte delle playlist di fine anno.
In realtà il disco su cui non convenire con l'umanità era invece un altro.
Ma non ho voglia di polemiche quindi evito di parlare male di qualcuno che a parlar bene invece non si sbaglia mai.
Al contrario Dear Science non era affatto un brutto disco, anzi.
Era solamente un altra cosa rispetto a quella che mi aspettavo.
L'ho capito dopo qualche ascolto appena un pò più attento.
Loro stavano guardando verso Prince e la Motown ed io stavo guardando da un altra parte.
E lì per lì non mi ero accorto che si erano messi semlicemente in testa l'idea di ribadire - con stile impeccabile - un concetto vecchio quanto la storia della moderna musica popolare: per suonare funky e per suonare soul bisogna essere neri.
Tutto lì.
martedì 30 dicembre 2008
A Year in Ten Steps (#1)
TV on the Radio: "Dear Science" (4AD)
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6 commenti:
rischio di ripetermi...
sembra poi che ci si fa le carezze a vicenda...
ma stessa cosa che e' successa a me.
tra l'altro ho odiato la recensione su rumore.... il passaggio se non vi piace o dite che e' troppo furbo allora non lo avete capito....
cmq sia
buon anno.
ps se hai la mia mail scrivimi... nel senso non ho la tua e vorrei chiederti una roba... ciao
sti negri
Jr: mi farò vivo presto.
Mr. Crown: del resto è stato l'anno di Obama.
Per la faccenda di cui parlavamo ieri, come da accordi con il Presidente, se sta bene a tutti facciamo un venerdì a scelta tra il 16 e il 23 gennaio.
Preferirei il 23.
nooooooooooo cos'è sta grafica dov'è quella vecchia?????
nooooooooooooooooooooooooooo
Giacomo
a dire il vero devo ancora guardarla è che mi è mancata a colpo d'occhio qualcosa di familiare. ciao Art
e dov'è "SG HATEs"?????
Giacomo, come si suol dire: anno nuovo vita nuova.
what a hell of a ride!
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