mercoledì 3 settembre 2008

Low Fidelity (No Stars)

"Nel '77 Jacques Attali pubblica un saggio sull'economia politica della musica nel quale sostiene che la musica è la perfetta rappresentazione, alla volta addirittura anticipatrice, della società in cui viviamo.
E se in quegli anni la musica era uno dei principali punti di riferimento per la formazione culturale dei giovani, oggi quel primato non è più tale, ed altri soggetti in continua sovrapposizione si sono inseriti: la televisione, i videogiochi, internet.
La stessa modalità di fruizione della musica ha cambiato di segno, assumendo sempre più la dimensione di bassa fedeltà.
Si ascolta in ambienti rumorosi, attraverso marchingeni di poca qualità, utilizzando algoritmi di compressione che sottraggono informazione.
Da una situazione immersiva e totalizzante siamo passati alla musica da arredamento, al rumore di fondo, a un ascolto distratto e a volte superficiale.
Anche qui niente di nuovo.
Insomma, apparentemente più ricchi ma in fondo molto più poveri."

Oderso Rubini da "Skiantos: Inascoltable - Il Libro" (Shake Edizioni, 2008 - pag. 5)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se Leggi Demokrazia di questo mese ci sono più o meno scritte le stesse cose. Anche perchè ho praticamente copiato la parte inziale da Attali, riadattandola :)

er-p

patrick bateman ha detto...

Già fatto.
Demokrazia lo leggo sempre, anzi assieme al My Tunes del buon Blatto è la prima cosa che leggo ogni mese nel giornale.

Anonimo ha detto...

Ah, ci tenevo solo a dire che non è farina del mio sacco ma che copio alla grande :)